HIPPEASTRUM: STORIE E ARTE

STORIA DI UNA PASSIONE

Hippeastrum a Keukenhof

Invece di parlare come di consueto dell’impronta che il fiore del mese ha lasciato nell’immaginario collettivo e che si esprime nel mito, oggi raccontiamo la storia della passione che ha trasformato completamente la vita di una donna.



Veronica Read è una signora inglese di mezz’età, che letteralmente vive per l’Hippeastrum. Abita a South Harrow, periferia di Londra: una villetta a schiera, due camere al piano terreno, due al primo. Facciamole visita. 
In soggiorno, tutto lo spazio è occupato da quattro grandi tavoli su cui sono stipati vasi di Hippeastrum che stanno attraversando il loro periodo di dormienza al fresco. È inverno e Veronica apre e chiude le finestre per mantenere una temperatura di 10° – cosa che naturalmente le impedisce di soggiornare in questa stanza. La sala da pranzo è dedicata al rinvaso – pile di vasi di plastica, sacchi di terriccio e una carriola la riempiono. Saliamo al piano di sopra: la stanza da letto principale è calda e confortevole, con una temperatura di 25° assicurata da due lampade al sodio che in tutto sparano 1200 watt per 12-14 ore al giorno e coccolano gli Hippeastrum appena acquistati. Peccato che queste luci danneggino la vista – Veronica non può stare nemmeno qui. Resta la sua camera da letto, ma anche qui sta progettando di mettere un’altra lampada al sodio.  “È vero”, ammette alla giornalista del Telegraph che la intervista, “gli Hippeastrum hanno colonizzato tutte le stanze della casa tranne il pianerottolo, che è troppo buio. Ma mi piace così. Mi piace averli tutto intorno a me.”

Tutto è cominciato nel 1993, con una visita in Olanda a Keukenhof, uno dei giardini fioriti più grandi al mondo, dove Veronica fu folgorata dalla potenza del colore degli Hippeastrum (potete vedere lo show di quest’anno a Keukenhof qui: https://royalcolors.com/blog/keukenhof-amaryllis-parade-2018/#). Tornata a casa, Veronica si buttò alla ricerca di tutto quello che poteva trovare su questo fiore. Scrisse a molti coltivatori, senza ottenere risposta, finché sentì parlare di un ibridatore olandese, Marko Penning; gli inviò una lettera di dieci pagine a cui l’appassionato rispose, e iniziò una corrispondenza che fu a Veronica di grande aiuto. Aveva infatti deciso di iniziare una collezione di Hippeastrum. 
Fino alla metà degli anni ’90, le uniche varietà ampiamente commercializzate in Gran Bretagna – e anche nel nostro Paese – erano Red Lion, scarlatto, e Apple Blossom, rosa tenero e bianco.

Hippeastrum Red Lion - Hippeastrum Apple Blossom

Veronica cercò le varietà a fiori più piccoli, con petali sottili e di forma particolare, che Fred Meyer stava sviluppando in California. Nel gennaio 1999, alla mostra della Royal Horticultural Society, Veronica fece sensazione lanciando gli Hippeastrum cybister (vedi l’articolo precedente), dai petali stretti, fra cui espose le varietà Emerald e Jungle Star.

Hippeastrum cybister Jungle Star - Hippeastrum cybister Emerald


La collezione cresceva, e lo spazio di casa diminuiva in proporzione. Dopo dieci anni, Veronica arrivò ad avere 900 piante, che naturalmente dovette trasportare in parte all’aperto; e qui piombò la catastrofe, nella forma di una tempesta di grandine in aprile, seguita poco dopo da un’infestazione di acari. Le piante si ridussero a circa 300, ma la nostra giardiniera non si perse d’animo.
Ha sempre curato da sola le piante: nei giorni in cui innaffia, si alza alle 5 e si dedica agli Hippeastrum due o tre ore prima di recarsi al suo impiego nel centro di Londra. Al ritorno, aggiorna le schede delle piante e lavora per l’editoria (ha pubblicato un libro sugli Hippeastrum). Nonstante tutto questo lavoro, Veronica insiste nel definire l’Hippeastrum la pianta fiorita perfetta per la casa e non difficile da coltivare. Un suo consiglio prezioso è quello utilizzare nei vasi un mix di argilla, fibra di cocco e seramis (argilla in granuli), che previene i marciumi.

    Veronica Read con un Hippeastrum dale radici sanissime - Veronica mentre impollina un Hippeastrum

Non dobbiamo pensare che quello per gli Hippeastrum sia l’unico interesse nella vita di Veronica: infatti ha dedicato la sua attenzione fra l’altro a biologia molecolare, citologia, genetica, medicina, biologia marina e musica. Ma questa pianta l’ha fatta innamorare. In una intervista, presenta gli esemplari come se fossero i suoi figli: “Questo è ‘Charisma’ – dice, dando una pacchetta al vaso – con il delizioso contorno rosso o picotée. Questo è ‘Moviestar’, molto delicato e bello. Parla della loro faccia e dell’incantevole gola verde. A un certo punto grida: Guarda! Guarda! Il nettare!  e coglie una perla di nettare che sta scivolando giù da un filamento tremante di ‘Chico’. Lo tira su con un dito e se lo mette in bocca. Umm! Delizioso!”

Nella primavera 1998 Veronica divenne National Plant Collection Holder (Detentore di una Collezione Nazionale delle Piante), un ruolo affidato in Gran Bretagna a individui o associazioni che si impegnano per un certo periodo di tempo a coltivare, documentare, sviluppare e conservare la collezione di un tipo di piante, custodendola per il futuro. Su questa National Plant Collection ci sarebbe molto da riflettere, e lo faremo in una prossima occasione. Il libro frutto di tanto amore e dedizione per gli Hippeastrum è uscito nel 2004.

Siamo arrivati al punto in cui l’arte si unisce a questa storia. L’artista turco-britannico Kutlug Ataman venne a sapere della passione di Veronica Read, e le chiese se avrebbe acconsentito ad  essere il soggetto della sua ultima video istallazione. Accettando, Veronica ammise l’artista nella sua casa/serra per un anno, durante il quale fu filmata mentre rinvasava, impollinava, nutriva, curava e faceva germinare gli Hippeastrum, sempre parlando di loro. Il risultato è l’istallazione “Le quattro stagioni di Veronica Read”, composta da quattro schermi giganti sistemati a quadrilatero, su ciascuno dei quali sono proiettati i video di Ataman. L’artista spiega: “Mascherato da documentario sul fiore di Hippeastrum, il lavoro è in effetti il ritratto di una donna totalmente devota alla cura di questi bulbi, che contengono solo la speranza di fiorire una volta all’anno.”

Kutlug Ataman, Le quattro stagioni di Veronica Read, 2002

Su ogni faccia dello schermo è rappresentata una stagione, in raffiche di immagini con i relativi monologhi di Veronica. I critici dicono che il risultato è in qualche modo cacofonico e rende sia l’intensità della passione della donna, sia un po’ anche la sua follia; ma alla fine prevale il rispetto. Fra i racconti di Veronica, questa frase si sente distintamente: “C’è tanta crudeltà, tante cose spiacevoli nella vita. La bellezza di una pianta è molto importante… mi fa sentire meglio”.


ANCORA ARTE

C’è chi considera l’Hippeastrum volgare, i suoi steli sgraziati, le lunghe foglie ciondolanti disordinate; ma molti artisti se ne sono ispirati, dai classicisti ai contemporanei. Eccone una scelta. 
Nel primo quadro, credete che il titolo si riferisca all’Hippeastrum? 

Sir Edward John Poynter (1836-1919), Un fiore di serra
Piet Mondrian (1872-1944), Amaryllis, 1910


Mondrian, più noto per le sue tele astratte, realizza in questo dipinto la sua intenzione di utilizzare solo i colori primari per catturare l’essenza della pianta. Egli riteneva impossibile copiare la bellezza viva della natura, ma cercava di esprimerla da un punto di vista personale. Quel gambo azzurro, che sale dal collo della bottiglia a dividere simmetricamente lo spazio per oltre due terzi del quadro, ci porta su fino all’inaspettato clamore dei fiori rossi.

Emil Nolde (1867-1956), Amaryllis bianco e figurina - Emil Nolde, Amaryllis e anemone, acquerello su carta, 1930, New York, Museum of Modern Art
Nolde ha dipinto moltissimi Hippeastrum, sempre esasperandone il lato emotivo. Anche Matisse ha amato questo fiore, la cui potenza è ben espressa in queste tele.

Henri Matisse (1869-1954), Ragazza in abito bianco con un vaso di amaryllis, 1941. 

Henri Matisse (1869-1954), Donna seduta con un vaso di amaryllis, olio su tela, 1941. New York, Museum of Modern Art

Ci sono artisti che hanno tenuto un diario dell’Hippeastrum, ma c’è anche chi ha voluto negargli il colore; cosa ne dite?
Georges Braque (1882-1963), 
Gli amaryllis, acquaforte colorata, 1958. 

Horst Janssen (1929-1995) Diario di un Amaryllis







Robert Kushner (1949-vivente), White Amaryllis Doors, olio, acrilico, rame e foglia d’oro su porte antiche, 2005

Finiamo la galleria di pittura con la promessa di questi vibranti fiori in boccio dell’inglese David Hockney.

David Hockney (1937-vivente), Amaryllis in vaso, litografia a colori, 1985. Londra, Tate Modern Gallery

UN PO’ DI POESIA… e perfino qualche haiku!


Christian Rohlfs (1849-1938), Amaryllis rossi su sfondo blu, tempera ad acqua,1937

sempre splendente
in un luogo segreto
un mazzo di amaryllis
Sawako Nakano © 2001

gonfio
il boccio di amaryllis
già rosso
Jane Reichhold (1937-vivente), in A dictionary of Haiku

sole inclinato basso
nell’amaryllis rosso
accende le luci 
Jane Reichhold, in A dictionary of Haiku

Nicoletta Fumagalli

Bibliografia

Veronica M. Read, Hippeastrum, the gardener’s amaryllis, RHS 2004.
www.telegraph.co.uk
https://denverartmuseum.org/exhibitions/4-seasons-veronica-read
http://www.kutlugataman.com
www.poetryfoundation.org