La nostra biblioteca si presenta - giugno 2018



Sezione Ikebana a cura di Maria Teresa Guglielmetti



Kikyo è il giapponese per platycodon, il fiore simbolo dell’Ohara, riprodotto stilizzato nel suo logo, ma Kikyo è anche, insieme al mensile Soka, una delle due riviste ufficiali della nostra scuola.

                                        Platycodon grandiflorus


Mentre Soka si rivolge a tutti gli ikebanisti, Kikyo, un bimensile tradotto parzialmente in inglese, è pensato per gli insegnanti; questo non esclude che possa essere letto e studiato con vantaggio da tutti i praticanti l’ikebana. Tuttavia per una corretta comprensione degli articoli, bisogna tenere sempre presenti i destinatari.

La rivista si apre regolarmente con un messaggio dello Iemoto, Hiroki Ohara, una paginetta che comunica preziose informazioni di cultura giapponese e definisce di anno in anno, con sempre maggiore chiarezza, il significato attribuito all’ikebana dal quinto rappresentante di una delle dinastie più prestigiose. Si può così constatare quanto sia ancora saldo il legame con una tradizione che risale alla nascita dell’arte giapponese di comporre i fiori.

“L’Ikebana non è semplicemente una composizione floreale per abbellire uno spazio. Attraverso la vita delle piante ci trasmette un messaggio importante per riconoscere la relazione tra l’uomo e la natura e per conoscere noi stessi. L’ikebana è chiamato Ka-dō. […] In breve, l’ikebana è lo specchio dell’intimo di chi compone.” (1) 
[…] Dō pone l’accento non solo sull’importanza di migliorare la propria abilità, ma anche sull’importanza di educare la propria mente” (2)

Poche parole semplici. Per aiutare la riflessione dei lettori Hiroki spiega che  Ka significa fiore e Dō via, entrando così nel cuore di tutte le arti tradizionali giapponesi che rappresentano una “realizzazione spirituale nel senso più ampio e profondo, cioè nel senso per cui ogni affinamento formale comporta un perfezionamento etico”. (3) Per la maggior parte dei praticanti l’ikebana, al di fuori del Giappone, il sapere nozionistico del significato di sostituisce la pratica della “via”, senza consapevolezza che la sola conoscenza teorica non porterà mai al cuore di , che si disvela solamente nella pratica dell’ikebana unita a quella spirituale.

La rivista presenta nelle pagine seguenti le composizioni create secondo i temi definiti all’inizio di ogni anno dal Consiglio dei professori. Il 2017 ad esempio è stato dedicato interamente allo Shohinka ed allo Shuko-bana, realizzati, nei diversi numeri della rivista, con materiali e contenitori in armonia con la stagione.

Lo Shohinka, che riveste un ruolo molto importante per l’Ohara, anche se non rientra né nel suo curricolo ufficiale né nella classificazione degli stili, è già stato trattato ripetutamente in passato. Nel 2017 viene rivisitato per permettere alla creatività dei professori, arricchita dalle esperienze acquisite negli anni, di esprimersi mantenendo così sempre fresca ed originale questa composizione su piccola scala, la cui intima essenza è la manifestazione della bellezza raffinata dei vegetali.

Febbraio                                                            Aprile

Giugno                                                           Agosto


Lo Shuko-bana, una novità assoluta, non è un nuovo stile “Shuko-bana non è un certo stile […] è una composizione non convenzionale, ma tuttavia realizzata con gusto” (4). Questa novità è un modo di realizzare composizioni originali, non vincolate a regole, e rappresenta una forma di arricchimento, di rinvigorimento di alcuni stili, affinché “la tradizione non diventi adorazione della cenere, ma mantenimento del fuoco”, secondo una bella affermazione attribuita a Gustav Mahler.

Giugno                                                          Ottobre

Agosto

Dicembre

La parte dedicata alle composizioni attuali si chiude con le immagini dei lavori migliori, realizzati dai professori della scuola, durante i loro laboratori. Le differenze tra gli ikebana, creati con i medesimi vegetali, sono analizzate dettagliatamente da un professore di livello superiore; si offre così la possibilità al lettore di effettuare uno studio molto interessante e proficuo.

Composizione Rimpa Ottobre 2017

La rivista termina con articoli culturali, purtroppo non tradotti in inglese, che trattano lo stesso tema per tutto l’anno.  Nel 2017: le composizioni più belle scelte dal secondo Iemoto, Koun; le riflessioni sull’ikebana degli Iemoto Ohara; la storia dei fiori nella letteratura giapponese e articoli di botanica.

Kikyo si rivela così una fucina, nella quale i professori del Consiglio elaborano le caratteristiche formali ed artistiche di un tipo di composizione attraverso la sperimentazione e rendono partecipi tutti gli insegnanti Ohara di quest’opera di decantazione di tante idee, senza il timore di esporsi a critiche proponendo  creazioni ardite e presentando, a volte per anni, sempre e solo il medesimo stile. Si deve riconoscere al Consiglio dei Professori un impegno meritorio in un’impostazione editoriale che offre gli strumenti per un eccezionale lavoro di approfondimento.

Note

(1) “Ikebana is not simply a flower arrangement to beautify a space. Through the plant life, it sends an important message for us to recognize the relationship between man and nature, and to learn about ourselves. Ikebana is called ka-dō […] In short, ikebana is a mirror of the arranger’s inner self. […]” Ohara Hiroki, Kikyo 2/2017 n° 323, p.1
(2) […] ‘Dō’ stresses not only the importance of refining one’s skills but also the importance of training one’s mind” Ohara Hiroki, Kikyo 8/2017 n° 326 p. 2
(3) Pasqualotto, Giangiorgio, Yohaku, Esedra Editrice, 2001, p.63
(4) Shuko-bana is not a certain style […] Shuko-bana is an arrangement which is unconventional yet tastefully composed” Kikyo 2/2017 n° 323 p. 16 



Proprietà letteraria riservata