La nostra biblioteca si presenta - dicembre 2017

Sezione ikebana a cura di Maria Teresa Guglielmetti



Facciamo conoscenza delle composizioni Ohara per Capodanno
Nella prefazione scritta poco più di vent’anni fa, il terzo Iemoto, Houn Ohara, (1) ricorda che l’ikebana è nato dalla vita quotidiana: in passato ad ogni festività corrispondeva una composizione, ma con il cambiamento dello stile di vita si sta dimenticando di collegare i fiori ai momenti importanti. Esiste però una festa che i giapponesi sentono ancora come un giorno speciale: il Capodanno. Il 31 dicembre per liberarsi dei peccati di un anno si suonano 108 colpi di campana al tempio buddista, il 1° gennaio si va al sacrario shintoista per la cerimonia di purificazione e anche chi non pratica l‘ikebana adorna la casa o l’ingresso con i fiori, come si può vedere dalla foto seguente di due Kadomatsu, yin e yang esposti per richiamare e offrire rifugio ai Kami (2) femminili e maschili nei giorni festivi legati al Capodanno. L’usanza dei Kadomatsu è ancora viva oggigiorno anche se, purtroppo, spesso queste composizioni sono di plastica. 


Nei secoli passati, quando il Capodanno segnava l’inizio della primavera (3), le scuole di ikebana insegnavano agli allievi le composizioni per celebrare questa doppia ricorrenza. Questa tradizione è in parte ancora viva per la nostra scuola, come ci mostra Fiori per Capodanno, nonostante l’Ohara abbia creato nel periodo Meiji (1868 -1912) un nuovo stile, che ha rivoluzionato l’ikebana. La pubblicazione presenta nella realizzazione grafica della copertina gli abbinamenti classici per questa festività: pino, pruno e bambù ed i colori rosso, oro e bianco. Sono molto utilizzati anche il narciso e la camelia. L’ikebana deve esprimere gli auguri per un lieto inizio di un anno fortunato, perciò non si utilizzano solo i vegetali in modo raffinato, ma anche la frutta profumata e i portafortuna come le conchiglie e si combinano questi materiali con i fiori.
Il testo inizia con le composizioni classiche per l’addobbo del Tokonoma (4), per la stanza con i Tatami (5) e per l’ingresso di una casa in stile tradizionale, seguono ikebana con oggetti e quelli  adatti alle abitazioni moderne. 

Addobbo del Tokonoma
(pagg. 4 - 35)

Camelia, pino e pruno                            Camelia, pruno e salice

Per la stanza con il Tatami
(pagg. 36 - 59)

Camelia, pino, bambù Sasa veitchii                             Camelia, pruno e narciso

Addobbo per l’ingresso
(pagg. 60 - 77)


Pino, bambù, camelia, spighe di riso, mizuhiki (6), ventaglio. Questa composizione riecheggia il Kadomatsu ed ha anch’essa lo scopo di richiamare i Kami, una funzione svolta principalmente dal pino, dal bambù e dal ventaglio.

Peonia, pino e mano di Buddha

Composizioni di fiori ed oggetti
(pagg. 78 – 89)

Pruno, camelia, pino e quattro dei dodici animali dello zodiaco sino-giapponese: cane, coniglio, drago e topo.

Per uno spazio moderno
(pagg. 90 – 99)


Mochi (7), Sendjo (8), foglie di camelia e pino in un mobile di legno che svolge la funzione di un Tokonoma, adatto alle dimensioni ridotte delle case giapponesi moderne. 

Un po’ di fantasia per Capodanno
(pagg. 100 – 113)

Pino, lilium, rosa e orchidea phalaenopsis

Per accogliere il Capodanno: modernità e tradizione
(pagg. 101 – 129)

Rami di gelso sbiancato, pino, bergamotto giapponese, kumquat e palloncini di Natale ricoperti di seta.

In un giardino del tè: camelie e mizuhiki di due colori

(1) (1908 – 1996)
(2) Sono gli spiriti sacri della religione shintoista.
(3) Durante il periodo Meiji venne adottato il calendario gregoriano ed il  giorno di Capodanno divenne il 1° gennaio.
(4) Il Tokonoma è una piccola alcova nella stanza tradizionale giapponese. Un tempo era uno spazio sacro e ancora oggi è oggetto di particolare rispetto.
(5) La stanza tradizionale giapponese ha il pavimento ricoperto di tatami, rivestiti di paglia intrecciata e della misura di circa cm 60 x 90.
(6) Il mizuhiki è un filo di carta di riso molto attorcigliata, inamidata per conferirle robustezza e colorata.
(7) I mochi sono fatti con una pasta morbida di riso cotto e pestato.
(8) E’ un frutto giapponese.

Un sentito ringraziamento a Matsumoto Jun per la traduzione in italiano delle parti di testo in giapponese.