In aprile, non è difficile innamorarsi di una peonia in fiore, in un vivaio o in una mostra di piante, e di solito dopo una scelta lacerante tra tante varietà belle, vistose e anche profumate ne usciamo con il nostro vaso sottobraccio. Ma se desideriamo trapiantarla in terra, cosa che questa pianta preferisce, dobbiamo tener presente che la stagione migliore è l’autunno, settembre-ottobre, quando si sono già formate le gemme della stagione successiva e le gelate sono ancora lontane. Godiamoci per ora i fiori di questa stagione, e aspettiamo l’epoca del trapianto, magari scegliendo con cura dove collocare questa pianta, che ha un valore estetico anche per le belle foglie che durano tutta l’estate e che per alcune varietà potremo cogliere anche in autunno sfruttando le loro tinte ambrate nelle nostre composizioni.
Dove metterle, come piantare. Le peonie fioriscono per un breve periodo, in primavera. Esistono varietà precoci, di media stagione e tardive: possiamo combinarle in un’aiola o in una bordura per avere dei fiori per un tempo maggiore. In ogni caso, dobbiamo conoscere l’epoca di fioritura, se desideriamo comporle con altre piante del giardino.
Un abbinamento
classico è quello con le iris, i cui ceppi di foglie contrastano con le
rotondità delle peonie, oppure quello con le rose, se vogliamo strafare con il
romanticismo nel giardino, e ancora con lupini o erbacee perenni; Andrà sempre
bene una posizione soleggiata o a mezz’ombra, in terreno neutro o leggermente
alcalino, ben drenato. La terra va lavorata, arricchita con compost e preparata
in anticipo prima della piantagione. Infatti, è molto importante che il terreno
sia assestato, perché si possa piantare alla giusta profondità – un requisito
fondamentale per la successiva fioritura è di non piantare il rizoma né troppo
superficiale né troppo profondo. Le radici vanno sistemate in modo che le gemme
superiori si trovino 3-5 cm. sotto il livello del suolo, tenendo fra una pianta
e l’altra la distanza di 50-90 cm.
Note di coltivazione e
lotta alle avversità.
Nel primo anno dall’impianto, ricordiamoci di annaffiare regolarmente le
peonie. Possiamo concimarle con un fertilizzante bilanciato, alla dose di 70
mg/mq, ma cerchiamo di non esagerare, per non arricchire troppo il terreno. La
peonia gradisce un po’ di cenere di legna, che oltre ad impedire
l’acidificazione del terreno, apporta potassio e ostacola lo sviluppo di
funghi. Se lavoreremo di tanto in tanto
per tutta la stagione invernale e primaverile la terra attorno alle radici, non
solo elimineremo le erbacce e incorporeremo bene nel suolo il concime, ma
distruggeremo anche le larve alcuni dei peggiori nemici della peonia:
il maggiolino,
la Cetonia aurata e la cetoniella bianca e nera (Oxythyrea funesta): insetti
che rodono l’intero fiore.
Questi
coleotteri, infatti, svernano nel terreno allo stadio di pupa o di insetto
adulto, e d’inverno possono danneggiare le radici, ma smuovere la terra li
disturba e li uccide.
Le vespe e le
formiche sono ghiotte della sostanza mielosa che si trova nei boccioli delle
peonie: assalgono le piante, rodono i bocci in vari punti, guastando la
fioritura; e nel frattempo trasportano involontariamente spore fungine dannose
da una pianta all’altra.
Alice Harding, la più attenta osservatrice delle peonie, nel primo Novecento descriveva con grande humour le corse del suo giardiniere dalla cucina, dove strappava alla cuoca il bollitore con l’acqua del tè fumante, al giardino dove lo versava su un nido di formiche appena scoperto per distruggerlo. Un altro rimedio che evita l’uso di insetticidi - potenzialmente dannosi anche per gli insetti impollinatori - è quello di spruzzare i bocci con acqua in cui si sia sciolto sapone di Marsiglia. Certo, se piove bisogna ripetere l’operazione.
Alice Harding, la più attenta osservatrice delle peonie, nel primo Novecento descriveva con grande humour le corse del suo giardiniere dalla cucina, dove strappava alla cuoca il bollitore con l’acqua del tè fumante, al giardino dove lo versava su un nido di formiche appena scoperto per distruggerlo. Un altro rimedio che evita l’uso di insetticidi - potenzialmente dannosi anche per gli insetti impollinatori - è quello di spruzzare i bocci con acqua in cui si sia sciolto sapone di Marsiglia. Certo, se piove bisogna ripetere l’operazione.
Contro le
malattie fungine, la cosa principale è prevenirle, eliminando in autunno tutte
le foglie secche con un taglio alla base, in primavera e in estate tutti i
boccioli danneggiati e le parti della pianta che mostrino macchie brune o
seccume. Tutto questo materiale vegetale va bruciato, non compostato. È
possibile prevenire le malattie fungine anche con trattamenti anticrittogamici
specifici per la Botrytis, che attacca la peonia.
Le peonie non
amano essere spostate, ma se questo si rende necessario è meglio farlo in
autunno, tardo settembre - ottobre, dividendo con l’occasione le grosse radici
e ripiantandole alla profondità di 3-5 cm. A volte ci vuole un paio d’anni
perché la pianta si ambienti e fiorisca nuovamente.
Moltiplicazione. Non tutte le cultivar di peonia
producono semi, e questi possono derivare da un incrocio causato dagli insetti
con il polline di un’altra pianta; quindi il risultato della semina sarà una
pianta in parte misteriosa. Dunque, se siete curiosi, ma avete la pazienza di
aspettare cinque anni dalla semina per vedere il primo fiore, potete provare a
seminare – in autunno, con seme fresco, in vaso, coprendo il seme con 2-3 cm di
terra e lasciando poi il vaso all’aperto, badando che il terriccio non si
secchi troppo in estate. Attenzione: i semi di peonia producono radici dopo il
primo periodo di freddo cui sono stati esposti (il primo inverno), ma lo stelo
e le foglie appariranno solo dopo il secondo inverno: non buttate via tutto
troppo presto, pensando che la germinazione sia fallita!
Meglio propagare per
divisione, in autunno: si estraggono i rizomi dalla terra, facendo attenzione a
non danneggiare le radici; si lavano con un getto d’acqua per individuare le
gemme, poi con un coltello affilato si tagliano porzioni che contengano almeno
3 gemme e qualche radice e si ripiantano separatamente.Le regole d’oro:
- Piantare alla giusta profondità
- Sostenere gli steli nelle varietà a fiore molto grande
- Annaffiare regolarmente il primo anno dalla piantagione
- Muovere ogni tanto la terra alla base delle piante
- In autunno quando le foglie seccano tagliarle tutte alla base
Un libro sulla coltivazione delle peonie: Alice Harding, The Book of the Peony, Londra 1917, ripubblicato (in Inglese) nel 1993 e nel 2015. Si può leggere anche gratuitamente on line cliccando questo link.
In natura
La
peonia selvatica (Paeonia officinalis) è presente nell’Europa centro-meridionale ed in
Italia nell’arco alpino e nell’Appennino fino all’Abruzzo. Si tratta di un
fiore raro e protetto dalla legge italiana: la raccolta di ogni sua parte è
vietata. Un luogo classico dove osservarne la fioritura, e agevole da
raggiungere, è il Monte Generoso, nella Svizzera italiana, poco oltre il
confine. Un’associazione di appassionati locali informa sulla data di fioritura
e si offre di accompagnare i visitatori.
Nicoletta Fumagalli
Nicoletta Fumagalli