La calla, o dell'eleganza


Quando penso alla calla, la associo a un cigno: come questo, infatti, ha un collo lungo che porta con eleganza la testa bianca. 


Una delle cose più notevoli, che fanno apprezzare questo fiore in ogni composizione floreale, è che esso ha una direzione. È infatti ben diverso da quei fiori che irraggiano i loro petali tutt’intorno a partire da un centro. Nella calla, la puntina con cui termina la spata (si chiama così questa foglia modificata, che è un falso fiore), indica senz’altro un verso che guida il nostro occhio, ed è utilissimo per il design della nostra creazione, classica o moderna. 

Anche lo svolgersi del fiore nell’apertura affascina con la sua spirale così evidente!


Il nome latino, Zantedeschia, deriva dal botanico italiano Giovanni Zantedeschi (1773–1846); quello comune, Calla, è in effetti il nome del genere Calla, in cui prima era compresa anche la Zantedeschia, e che ora ha un’unica specie, la Calla palustris (una pianta di piccole dimensioni, come si vede nella foto dal confronto col muschio e il funghetto).  

Calla palustris

La nostra Zantedeschia, invece, sta nella famiglia delle Aracee.
Ma che farci, ormai ci siamo affezionati e continuiamo a chiamare Calla tutte queste piante, che si dividono in due grandi categorie:

piante rustiche, con grande fiore bianco (Z. aethiopica)
- piante da ricoverare in inverno, con foglie macchiate di bianco e fiori più piccoli, gialli, arancio, rosa, rossi o viola, anche scuro (Z. elliotiana, Z. rehmannii, Z. albomaculata).



Tutte sono piante perenni, tuberose, che portano fiori maschili e femminili sullo stesso stelo; adoperano la spata appariscente e colorata per attrarre gli insetti. Questi, per arrivare al nettare desiderato devono prima riempirsi ben bene di polline, strofinando i fiori maschili alla sommità dello spadice, e poi trasportarlo verso quelli femminili, posti alla base: quei pallini bianchi che si vedono nella foto.

Foto © David Pilling

Da ogni fiore femminile impollinato nascerà un frutto, pieno di semi.

Tutte le 8 specie di Zantedeschia sono endemiche in Africa centrale e meridionale. 

Riserva naturale Wolfgat, Cape Town, Sudafrica

La grande calla bianca è stata introdotta in Europa nel ‘600 ed è ora naturalizzata, cioè la troviamo spontanea nelle zone in cui il termometro non scende mai troppo sotto lo zero. 

Anacapri ed entroterra ligure

IN BELLA COMPAGNIA

Nel piantare le calle vicino ad altre piante, teniamo presente che, se abitiamo in una zona fredda e dovremo toglierle dal terreno in autunno, le radici delle vicine potrebbero soffrire: evitiamo quindi di accostarle a piante con un apparato radicale che potrebbe interferire con i rizomi delle calle.
Considerando anche le condizioni di umidità e di luce desiderate dalle calle, l’iris (siberiana o le varietà che amano l’umidità o addirittura la palude) potrebbe essere un buon abbinamento, per un gruppo fiorito contemporaneamente e con fiori circa della stessa altezza. Che ne dite?


Anche le felci, che devono essere piuttosto grandi per reggere il confronto, stanno bene con le loro foglie leggere che contrastano con quelle della calla; naturalmente, ci vuole una posizione riparata dal sole forte, come pure per le piante riunite in questa immagine: Hosta variegata e, per alleggerire, Geranium e Hakonechloa



La canna indica può essere un buon abbinamento; necessita di più luce e sole.

Nell'immagine più a destra calle di diversi colori con Brunnera macrophylla “Jack Frost”


Le calle colorate stanno benissimo anche da sole; il loro periodo di fioritura si estende più verso l’estate, così possiamo utilizzarle in terra, oppure tenerle in vaso, pratica molto comoda, dato che sono più delicate e d’inverno dovremo assolutamente ricoverarle.

Fioritura molto precoce con Fritillaria imperialis e Cornus alba elegantissima 

NOTE DI COLTIVAZIONE E AVVERSITA’
La calla è una pianta di palude, e va in riposo solo nei periodi di secco. Acqua, non ne ha mai troppa: io tengo il vaso con tutta la terra immerso in una vasca riparata anche d’inverno; quasi ogni anno in luglio, quando diminuisce la vegetazione, mi tocca dividere la pianta, perché si allarga troppo; non richiede altra cura. Fiorisce in primavera, e qualche volta in autunno, ma le foglie sono belle tutto l’anno.



Naturalmente, si può coltivare la calla anche fuori dall’acqua; piantiamola al sole o a mezz’ombra, con il rizoma a fior di terra e con gli “occhi” in alto. Dalla primavera in poi non facciamole mai mancare l’acqua e concimiamo ogni 15 giorni con un fertilizzante bilanciato (cioè quello che ha indicati sulla confezione numeri simili di N, P e K), finché i fiori sono appassiti. In autunno, tagliamo le foglie danneggiate e copriamo bene la corona con un “cappotto” di paglia, saldamente ancorato a terra a prova di vento.

Le calle colorate fioriscono d’estate; possono essere piantate in primavera, in vaso o in terra; quando a metà dell’estate le foglie muoiono, non dimentichiamoci di loro ed estraiamole assolutamente dal terreno prima dei geli,  con il loro vaso o ricoverandole in un garage o altro luogo buio e asciutto, in cassette, immerse nel terriccio. Le lasceremo dormire per almeno tre mesi, senza dare acqua.

La calla si propaga per divisione dei rizomi, in primavera, tagliando la pianta madre e ripiantando separatamente le sezioni, ciascuna delle quali deve avere almeno una gemma.

La principale causa di danni per la calla è il freddo. Una volta che sia riparata da questo, è una pianta sana; afidi e ragnetto rosso sono in agguato solo se la calla è coltivata all’interno.


Nicoletta Fumagalli

Bibliografia:
Step, Watson, Favourite Flowers of Garden & Greenhouse, London 1897
Pizzetti, Cocker, Il libro dei fiori, Milano 1968
Lord, Lawson, Encyclopaedia of planting combinations, London 2012
www.pacificbulbsociety.org
www.Wikipedia.org
www.rhs.org.uk/