AMARYLLIS/HIPPEASTRUM: FIORE SENSAZIONALE



Una bellezza che si impone in ogni ambiente; un fiore che associamo alle feste invernali; un protagonista nelle composizioni: ecco il nostro fiore del mese. Lo conosciamo tutti come Amaryllis, ma il suo vero nome è Hippeastrum. 


DUE NOMI, UNA CONFUSIONE

Propriamente, l’Amaryllis è una pianta bulbosa originaria del Sudafrica, con fiori rosa, profumati, che si sviluppano in autunno prima delle foglie e si aprono tutti sul lato rivolto al sole. Rustica e naturalizzata in molte regioni italiane, si coltiva di solito in piena terra.

Amaryllis belladonna
Il fiore di cui parliamo oggi si chiama invece Hippeastrum, nome inventato dal botanico Herbert, componendo due parole greche e che significa “Stella del cavaliere”, forse per la somiglianza con le decorazioni di un ordine cavalleresco, con esplicito riferimento all’illustrazione qui sotto. 

Nikolaus Joseph Freiherr von Jacquin, Hippeastrum puniceum, in Plantarum rariorum horti caesarei Schoenbrunnensis descriptiones et icones, 1797-1804.

L’Hippeastrum proviene dall’America centrale e meridionale, e somiglia all’Amaryllis, che era già stata importata in Europa a metà del ‘600. Herbert fu il primo a notare la differenza fra i semi delle due piante e con diversi esperimenti dimostrò che esse non potevano incrociarsi. Lo studioso propose quindi, nel 1822, di lasciare la Belladonna come unico rappresentante del genere Amaryllis, e di raggruppare le più numerose specie americane sotto il nuovo genere Hippeastrum.
 
    A sinistra, semi di Amaryllis belladonna: perle rosa - A destra, semi di Hippeastrum: piatti, secchi, neri

Sembra però che il nome Amaryllis sia più gradito, perché ancor oggi bulbi e fiori di Hippeastrum sono venduti come Amaryllis, e anche diversi siti mettono questo nome come primo riferimento, parlando invece di Hippeastrum. Noi non lo faremo.

FIORI ECCEZIONALI

Ippolito Pizzetti scrive che “Gli Hippeastrum sono tra i fiori più spettacolari che il giardino possa offrire, forse più spettacolari che belli, con il grosso e rigido fusto che regge enormi corolle imbutiformi e le foglie lineari a forma di nastro.” È vero che il fusto di questa pianta, cavo all’interno, si sviluppa prima delle foglie e resta nudo a sostenere i suoi quattro fiori disposti a croce; le foglie, da 2 a 7, sono lunghe fino a 90 cm e durano a lungo. Ma i fiori smisurati, dai colori ricchi e in insolite combinazioni, e la facilità di coltivare questi bulbi, li rendono molto desiderabili: sbocciano sicuramente e lo spettacolo è garantito!

Bisogna dire che l’ibridazione delle specie, iniziata e sviluppatasi già nell’Ottocento, partiva da una vasta base di piante originarie, circa 70-90 specie, di cui diamo un esempio. 

Hippeastrum reginae - Hippeastrum vittatum - Hippeastrum pardinum

Hippeastrum neoleopoldii - Hippeastrum argentinum - Hippeastrum bukasovii - Hippeastrum psittacinum

L’ibridazione ha portato a selezionare piante dalle caratteristiche più desiderabili: fiori ancora più grandi, meno imbutiformi, senza macchia verde all’interno del calice, con portamento meno pendulo, bicolori, striati, con tinte che vanno dal bianco al giallo al rosa e al rosso, anche doppi.

Hippeastrum rosso semplice - Hippeastrum ibridi – circa 1867

Hippeastrum Apple Blossom - Hippeastrum Rilona - Hippeastrum Picotée

Hippeastrum Half and Half - Hippeastrum Fairytale - Hippeastrum Yellow Star



L’Hippeastrum è sempre stato simbolo di bellezza; in epoca vittoriana, ha rappresentato l’orgoglio ostentato, ma anche – essendo un fiore che dura a lungo – un successo duraturo. Diciamo che è perfetto per la nostra epoca.

Hippeastrum Double Delicious - Hippeastrum Elvas - Hippeastrum Double merengue
     
NOTE DI COLTIVAZIONE E AVVERSITA’

Nei nostri climi, la pianta può essere coltivata solo in vaso; dopo la fioritura, se la temperatura lo permette, possiamo portarla all’aperto e inserirla tra altre piante con foglie di diversa forma.
Piantiamo dunque i bulbi appena acquistati a radice nuda da ottobre a gennaio (piantandoli presto, in ottobre, fioriranno per Natale).  Prendiamo un vaso del diametro di circa 20 cm, mettiamo sul fondo ghiaia o argilla espansa per un buon drenaggio e terriccio misto a terra da giardino. Facciamo attenzione a non danneggiare le radici e collochiamo il bulbo in modo che sporga dalla terra da 1/3 a 2/3. Mettiamo il vaso in posizione luminosa, a circa 21°, e annaffiamo una volta; nelle settimane successive, diamo acqua solo per non lasciare asciugare il terreno. Dopo la comparsa delle foglie, saremo più generosi, ma sempre senza lasciar accumulare acqua nel sottovaso. Giriamo il vaso regolarmente in modo che lo stelo non si incurvi verso la luce. Inseriamo nel vaso una bacchetta per sostenere il gambo delle cultivar a fiori molto grandi. La fioritura durerà 3 o 4 settimane, durante le quali potremo aggiungere all’acqua di innaffiatura un fertilizzante liquido (1 volta alla settimana). 

Bulbo di Hippeastrum: 
a destra e a sinistra, boccioli dei fiori; 
al centro, foglie.
Meilland consiglia anche un metodo diverso: “mettere il vaso vicino ad un termosifone (18°- 22°C) durante una quindicina di giorni perché le radici si sviluppino rapidamente. Mettere poi l'amaryllis in un luogo più fresco (16-18°): la crescita sarà più lenta ma la fioritura più lunga”.


Dopo la fioritura

Quando i fiori saranno appassiti, tagliamo lo stelo alla base, senza danneggiare le foglie. Continuiamo con le irrigazioni e le fertilizzazioni, che permetteranno al bulbo di immagazzinare di nuovo le sostanze nutritive per la fioritura dell’anno successivo. Possiamo portare il vaso all’esterno, evitando il sole diretto nelle ore più calde. Verso la fine dell’estate, le foglie tenderanno ad ingiallire, segno che il bulbo sta entrando in riposo; riduciamo allora le innaffiature, poi sospendiamole e teniamo il vaso per 3 mesi in un luogo fresco. Dopo questo periodo di dormienza, tagliamo le foglie che restano a 10 cm. dal bulbo e rinnoviamo il substrato in superficie per 3-5 cm., senza svasare il bulbo. Il processo di vegetazione potrà allora ricominciare da capo.

Propagazione

Hippeastrum. A destra, si vede un nuovo getto
che potremo ripiantare separatamente
dopo la fioritura dello stelo principale.
Se ci affidiamo al seme, dovremo aspettare fino a 6 anni prima di avere un bulbo in grado di fiorire. In ogni caso, per i più pazienti o per gli avventurosi che sperano di ottenere una nuova varietà, diciamo che il seme va utilizzato fresco (entro 4 mesi dalla produzione), quindi si deve piantare in primavera, appena possibile, in vasetti di 6 cm con un composto per germinazione e un bello strato di sabbia in cima. Manteniamo a una temperatura di 21° e 6 settimane dopo la germinazione cominciamo a nutrire con un fertilizzante generale per piante in vaso. Teniamo le piante tutto l’anno a temperatura moderata, senza indurre la dormienza come faremmo per stimolare la fioritura. In primavera e in estate, rinvasiamo periodicamente, a mano a mano che le radici invadono il vaso.
Un secondo metodo di semina è quello di mettere semi buoni in un contenitore con acqua pulita e di osservare attentamente i segni di germinazione. Scartare i 

semi che hanno segni di funghi. Appena le radichette sono uscite dal seme, sollevarlo con cura con una pinzetta e piantare nel terriccio.

La propagazione tramite i germogli che nascono sul bulbo darà un bulbo maturo per la fioritura in 3-4 anni; il fiore sarà identico alla pianta madre. Fra gennaio e marzo, separiamo il germoglio dal bulbo principale: scegliamo germogli che hanno le loro radici autonome. Invasiamoli in vasi individuali, manteniamo a una temperatura di 21° e trattiamo come i semenzali (vedi sopra) senza indurre la dormienza.

L’eccezione: il fiore farfalla

Hippeastrum papilio

L’Hippeastrum papilio (=farfalla) cresce naturalmente nel clima subtropicale della foresta atlantica del Brasile orientale. Fu scoperto nel 1967 in un giardino sudamericano e creduto estinto in natura fino al 1990, quando fu visto crescere su alti alberi. È infatti una specie epifita (una pianta che cresce su altre piante) e, non avendo la terra come fonte di acqua e nutrimento, ha dovuto sviluppare altri metodi per sopravvivere. Ha infatti foglie carnose che rallentano l’evaporazione, e la cui forma ad arco guida l’acqua piovana verso il bulbo e le radici immerse nella sostanza organica che si raccoglie in tasche nella corteccia dell’albero ospite.  Poiché la foresta brasiliana si riduce drammaticamente a causa dello sfruttamento da parte dell’uomo, la specie è in pericolo: oggi se ne conoscono soltanto circa 50 esemplari.

Questo fiore è coltivato per la forma particolare e per la delicata bellezza delle venature rosso-granata su fondo chiaro. Inoltre, può fiorire anche due volte all’anno, è una pianta robusta con molte foglie sempreverdi decorative; ha dimensioni più contenute rispetto agli altri Hippeastrum, raggiunge i 50 cm. di altezza. È resistente al virus del mosaico.

Hippeastrum papilio

Si coltiva piantando da ottobre a gennaio 3 bulbi in un vaso, in modo che i 2/3 del bulbo emergano dal terreno, e innaffiando bene una prima volta; le innaffiature devono essere regolari quando appaiono le foglie. Tenere in posizione soleggiata a una temperatura di 15°-18°; proteggere dal sole eccessivo solo in piena estate. 


Avversità

L’Hippeastrum è soggetto a infezioni fungine, come la “macchia rossa” provocata da Stagonospora curtisii. È una malattia che si manifesta su qualunque parte della pianta con strisce o macchie di color rosso o ruggine. Si manifesta soprattutto in ambiente umido, quindi è importante assicurare una buona ventilazione, un drenaggio efficace nel vaso e non innaffiare troppo. 

Infezione da Stagonospora curtisii
(foto Un quadrato di giardino)
Si possono rimuovere le foglie infette e la tunica esterna secca del bulbo, ed eventualmente trattarlo con acqua calda, immergendolo in acqua a 39°-41° per due ore. Un’altra soluzione è quella di disinfettare per un’ora il bulbo in una soluzione composta da candeggina (1%), acqua ossigenata (1%) e acqua. Si deve poi rinvasare in terreno sterile, perché le spore di Stagonospora curtisii rimangono fino a 6 anni nel terreno.
Il virus del mosaico si manifesta anch’esso con macchioline rosse a mosaico. È trasmesso da insetti. È una vera peste, ma può essere controllato, quando si manifesta già sul bulbo, con un trattamento ad alta temperatura come quello descritto sopra.


Virus del mosaico su foglia di Hippeastrum

Danni da acari (foto Un quadrato di giardino)
Un’altra malattia che si può confondere con le precedenti, ma è per fortuna meno grave, è l’infestazione da acari (ragnetto rosso); gli acari si vedono con una lente d’ingrandimento. Contro di loro, usare un insetticida specifico.









QUALCOSA DI NUOVO

Terminiamo con qualche fotografia di Hippeastrum insoliti, derivati dalla specie Cybister, nativa dell’Argentina e della Bolivia. Il bulbo produce meno foglie degli altri Hippeastrum, e lo stelo porta fiori dai petali delicati verdi e rossi, che l’ibridazione ha colorato più decisamente. La cultivar Melfi è coltivata specificamente per essere venduta in Europa come fiore reciso.

Hippeastrum cybister

Hippeastrum cybister Rose e Evergreen - Hippeastrum cybister Tango

Hippeastrum Lima - Hippeastrum Santa Rosa - Hippeastrum Melfi

Nicoletta Fumagalli

Bibliografia:

J. H. Veitch, Hortus Veitchii, a History of the Rise and Progress of the Nurseries of Messrs James Veitch and Sons, 
together with an Account of the Botanical Collectors and Hybridists employed by them and a List of the more
Remarkable of their Introductions, Chelsea, London, 1906.
Step, Watson, Favourite Flowers of Garden & Greenhouse, London 1897.
Pizzetti, Cocker, Il libro dei fiori, Milano 1968.
Österreichische Nationalbibliothek, Wien, Ein Garten Eden, Taschen 2016.
Nowicki, Maciej E., 1939- A Two Stage Method of Freeing Amaryllis Clones from Hippeastrum Mosaic Virus.
The Louisiana State University and Agricultural and Mechanical College, Ph.D., 1973.
https://www.pacificbulbsociety.org
https://flowermeanings.org/amaryllis-flower-meaning
https://www.unquadratodigiardino.it
https://www.botanic.co.il